Tra il 2007 e il 2011 il prodotto interno
lordo del Mezzogiorno è diminuito in termini reali di quasi 24 miliardi .Più di 16 mila imprese hanno cessato di
esistere sebbene siano aumentate le
società di capitali. Il numero di occupati
si è ridotto di circa 330 mila unità.
La situazione non è migliorata nel 2012
con il tasso medio di disoccupazione dei primi due trimestri dell'anno è
salito al 17,4% rispetto al 13,6% registrato nello stesso periodo del
2011, anche per effetto dell'aumento delle persone in cerca di lavoro.
"Il principale segnale positivo viene dall'export, l'unica
variabile che è tornata al di sopra dei valori pre-crisi: dal primo
semestre 2011 al secondo semestre 2012 le esportazioni nel Mezzogiorno
sono aumentate del 7%, il doppio del Centro-Nord".
Il persistere della crisi è causa e
effetto del forte calo degli investimenti pubblici e privati.
Gli investimenti fissi lordi sono
diminuiti nello stesso periodo di 8 miliardi di euro e
particolarmente rilevante e' stata la caduta degli investimenti nelle
costruzioni e nell'industria in senso stretto.
La quota di imprese manifatturiere che
hanno investito è andata progressivamente calando, dal 37,4% nel 2008 al
23,6% nel 2011. Il calo dell'occupazione e le crescenti difficoltà
economiche delle famiglie stanno determinando -dice la ricerca - una
vera "emorragia di capitale umano".
Sono sempre di più, infatti, quelli che
decidono di lasciare il Mezzogiorno per andare a vivere nel Centro-Nord
o all'estero. Nel frattempo il Mezzogiorno non
utilizza gran parte del capitale umano che resta sul territorio: i
giovani con eta' compresa tra 15 e 24 anni che non studiano o non
lavorano nel Mezzogiorno rappresentano il 33% del totale, contro il 25%
in media in Italia.
"Questi dati indicano che è necessario non disperdere risorse e
concentrare gli interventi per il Sud su tre direttrici: in primo luogo
l'impresa, per favorire la ripresa degli investimenti, il superamento
del limite dimensionale, l'export, e l'innovazione; in secondo luogo il
lavoro, con l'adozione di misure urgenti per frenare l'emorragia di
capitale umano; e in terzo luogo, le condizioni di vita dei cittadini
del Mezzogiorno.
La ripresa passa necessariamente dalla
costruzione delle condizioni affinchè nel Mezzogiorno si possa restare e
vivere bene. In quest'ottica il pieno utilizzo delle risorse europee è
decisivo. Con il Piano d'Azione Coesione è stata posta una base
importante per migliorare l'efficacia degli interventi, ed è
fondamentale che tali risorse entrino al più presto nel circuito
economico per sostenere investimenti e occupazione. La ripresa
dell'intero Paese e' legata a doppio filo alla capacità di reazione del
Sud".
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